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Approvato in Consiglio dei Ministri il correttivo al Codice dei Contratti pubblici

Il testo è frutto di una consultazione che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha promosso lo scorso luglio e che ha coinvolto 94 stakeholders, di cui 77 operatori privati e 17 soggetti pubblici, che hanno presentato circa 630 contributi. Il provvedimento introduce così alcune correzioni a sostegno degli investimenti pubblici, con un focus su dieci macro-temi principali, tra cui equo compenso, tutele lavoristiche, digitalizzazione, e revisione prezzi.

I punti salienti del decreto correttivo sono:

– Equo compenso: vengono introdotti due meccanismi per garantire i principi dell’equo compenso al settore dei contratti pubblici. Per gli affidamenti diretti, è garantito un minimo dell’80% del corrispettivo previsto; per le procedure di gara, si tutela l’equo compenso con meccanismi di calmierazione del peso dei ribassi che possono essere formulati sul 35% del corrispettivo, con un risultato sostanziale assimilabile a quello degli affidamenti diretti.

– Tutele lavoristiche: è confermata l’applicazione di un unico contratto collettivo nel bando di gara, con nuove linee guida per consentire alle stazioni appaltanti di individuare correttamente il contratto applicabile e calcolare l’equipollenza delle tutele in caso di ricorso ad un diverso contratto.

– Revisione prezzi: si chiarisce il rapporto tra revisione prezzi e principio dell’equilibrio contrattuale; si introduce inoltre un nuovo allegato per attuare le clausole di revisione dei prezzi sia nel settore lavori che nel settore servizi e forniture in maniera omogenea e con tempi certi.

– Incentivi ai dirigenti RUP: esteso l’incentivo tecnico anche ai dirigenti responsabili del procedimento (RUP), superando la precedente limitazione.

– Consorzi: razionalizzata la disciplina dei consorzi per evitare distorsioni nelle gare, omogeneizzare la disciplina applicabile ai diversi tipi di consorzi stabili e favorire la competitività.

– PMI: introdotte misure per facilitare la partecipazione delle PMI, sia con contratti riservati sotto la soglia europea sia con una soglia di subappalto del 20% dedicata.

– Finanza di progetto: mantenuta la prelazione per il promotore, con una procedura di gara articolata in due fasi per garantire trasparenza e competitività.

– Garanzie fideiussorie: semplificate le procedure per agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese;

– Esecuzione contratti: rafforzate le premialità e le penali per accelerare l’esecuzione delle opere; tipizzate le varianti, per creare certezza sulla fase di esecuzione; introdotto il nuovo istituto dell’accordo di collaborazione.

– CCT (Collegio Consultivo Tecnico): promosso come strumento di prevenzione delle controversie, con nuove limitazioni ai costi e facoltà di ricorrere a lodi contrattuali.

– Progettazione digitale: innalzata la soglia da 1 milione a 2 milioni di euro per la progettazione in modalità digitale, obbligatoria dal 1° gennaio 2025.

– Qualificazione delle stazioni appaltanti: si apre il sistema di qualificazione, con incentivi alla qualificazione dei soggetti oggi non qualificati nonché alla specializzazione dei soggetti aggregatori. Si parte anche con la qualificazione per l’esecuzione, attraverso meccanismi incentivanti che puntano sulla formazione.

(fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

 

Sempre in riferimento alle modifiche al Codice dei Contratti, si evidenziano cambiamenti anche per i requisiti di partecipazione. Due modifiche particolarmente rilevanti emergono dal testo del correttivo, con l’obiettivo di facilitare in modo significativo la partecipazione alle gare d’appalto, sebbene non siano stati esplicitamente evidenziati né nella nota del MIT né in quella della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

– Fatturato globale: invece di essere calcolato sugli ultimi tre anni, il nuovo criterio prevede che si faccia riferimento ai migliori tre anni degli ultimi cinque. Questo cambiamento consente alle aziende di valorizzare i periodi in cui hanno registrato i risultati economici migliori, aumentando così le loro possibilità di qualificarsi.

– Servizi analoghi: un altro importante aggiornamento riguarda i servizi analoghi, il cui riferimento temporale passa dagli ultimi tre anni agli ultimi dieci. Ciò permette alle aziende di dimostrare una più ampia esperienza maturata nel corso di un periodo più lungo, migliorando così le loro credenziali di partecipazione.

 

Queste modifiche, se confermate, potrebbero aprire la porta a un numero maggiore di concorrenti, rendendo le procedure più inclusive e agevolando l’accesso a un maggior numero di operatori economici.

 

Articolo pubblicato nella Newsletter Appalti n. 6 – dicembre 2024

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