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Commissione, benessere animale: sotto esame la legislazione Ue

La Commissione europea ha pubblicato il 4 ottobre 2022 i risultati del controllo di adeguatezza della legislazione Ue sul benessere degli animali da allevamento, avviato nel 2020 per valutare se le norme attualmente in vigore sono ancora idonee allo scopo, efficienti, efficaci e coerenti. E’ quanto si apprende da una news (per la versione completa clicca QUI).

La valutazione rientra nell’impegno assunto dalla Commissione, all’interno della più articolata strategia “Dal produttore al consumatore”,  di  revisionare la legislazione Ue sul benessere degli animali entro il 2023 per allineare le norme attuali alle più recenti prove scientifiche, ampliandone il campo di applicazione e rendendole più facili da implementare, con l’obiettivo ultimo di incrementare il livello di benessere animale.

Dalla valutazione effettuata dalla Commissione (per la versione integrale clicca QUI mentre per la sintesi QUI) emerge che la legislazione Ue ha contribuito a migliorare (anche durante il trasporto e alla macellazione) il benessere di molte specie animali (in particolare quelle oggetto di una normativa mirata, vale a dire suini, vitelli, galline ovaiole e polli da carne) e ad innalzare la qualità della carne e dei servizi eco-sistemici, oltre che a favorire un minore utilizzo di antibiotici ed una migliore salute pubblica.

Tuttavia, secondo la Commissione, il benessere animale è ancora ad un livello non ottimale per gli animali, come le mucche da latte e i pesci d’allevamento, per i quali manca una normativa mirata. Inoltre, la legislazione dovrebbe essere aggiornata per tenere conto delle aspettative dei cittadini in questo ambito, come l’eliminazione graduale delle gabbie per galline ovaiole, scrofe e vitelli.

Sempre dalla sintesi del documento si legge che l’attuale legislazione dell’Ue se, da un lato, continua ad essere “una risposta adeguata alle esigenze e alle sfide in materia di benessere degli animali presenti al momento della sua adozione, sulla base delle conoscenze allora disponibili”, dall’altro non è del tutto idonea a soddisfare le esigenze attuali e future in quanto “nonostante i progressi compiuti, la maggior parte dei problemi, delle preoccupazioni e dei fattori che affronta rimangono attuali anche oggi” e  perché in essa non trovano pieno riscontro ”le crescenti aspettative della società, le preoccupazioni etiche, gli sviluppi scientifici e tecnologici, e le future sfide per la sostenibilità”.

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