Psr Campania, bandi: 30 milioni per una migliore gestione dei reflui
Sostenere gli investimenti realizzati dalle aziende zootecniche della filiera bufalina campana per migliorare la gestione dei reflui e la loro utilizzazione agronomica attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche e di processo in grado di ridurre gli apporti inquinanti alle risorse idriche e le emissioni in atmosfera.
E’ questo l’obiettivo della tipologia d’intervento 4.1.5, tra le novità più significative del periodo transitorio del Psr, il cui bando è stato approvato dalla Regione Campania con decreto dirigenziale n. 275 dell’11 luglio 2022.
In buona sostanza, l’Amministrazione regionale intende promuovere un modello di zootecnia sostenibile, in grado cioè di assicurare cicli produttivi efficienti e sicuri, svolti in modo da proteggere e migliorare l’ambiente naturale, la salute e il benessere animale nonché di contribuire a una ripresa economica resiliente, sostenibile e digitale contrastando gli impatti della crisi da Covid-19.
Nello specifico, l’obiettivo è preservare la risorsa idrica dagli eccessivi apporti di nitrati provenienti da reflui zootecnici, ridurre le emissioni di ammoniaca e gas serra da reflui zootecnici e, in linea con i criteri della “bioeconomia circolare”, favorire la produzione di energia rinnovabile, fertilizzanti organici e ammendanti nonché il recupero della risorsa idrica.
Il bando ha una dotazione finanziaria di 30 milioni di euro e trova applicazione esclusivamente nelle aree della Campania che ricadono nelle “Zone vulnerabili all’inquinamento da nitrati di origine agricola” (Zvnoa), delimitate con delibera di Giunta regionale n. 762 del 5 dicembre 2017 (per approfondimenti clicca QUI).
Possono presentare domanda di sostegno i soggetti – in forma singola (come imprenditori individuali o società, anche cooperative) o collettiva (come consorzi ordinari tra imprese, raggruppamenti temporanei e reti di imprese) – che conducono imprese agricole con sede operativa nel territorio regionale, hanno costituito, aggiornato e validato il fascicolo aziendale, sono iscritti ai registri della competente Camera di commercio con codice Ateco 01 (principale o secondario) e sono in possesso di una serie di requisiti specificati nel bando, tra cui:
– essere aziende zootecniche nelle quali, al momento del rilascio della domanda, la specie bufalina risulta prevalente in termini di numero di Unità di bestiame adulto/Uba (50% più uno);
– essere aziende la cui consistenza zootecnica bufalina in termini di Uba totali è localizzata prevalentemente (50% delle Uba bufaline più uno) in allevamenti ubicati in “Zone vulnerabili all’inquinamento da nitrati di origine agricola”;
– aver presentato all’autorità competente la comunicazione prescritta dalla “Disciplina per l’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, dei digestati e delle acque reflue e programma d’azione per le zone vulnerabili all’inquinamento da nitrati di origine agricola” di cui alla delibera di Giunta regionale n. 585 del 16 dicembre 2020;
– avere nella disponibilità (proprietà, diritto reale, diritto personale di godimento, con esclusione del comodato d’uso) gli immobili su cui devono essere realizzati gli investimenti.
Nel caso di investimenti collettivi realizzati da due o più imprese costituite in forma di raggruppamenti temporanei, consorzi ordinari o reti, ciascuno dei componenti deve, tra l’altro, aver costituito/aggiornato il proprio fascicolo aziendale ed essere iscritto alla Camera di Commercio con codice Ateco 01 (principale o secondario).
I requisiti di prevalenza della specie bufalina e della localizzazione degli allevamenti in Zvnoa sono valutati sul numero complessivo di Uba del raggruppamento/consorzio/rete.
Le imprese che hanno presentato domanda nell’ambito di un raggruppamento/consorzio ordinario/rete non possono partecipare al bando anche come imprese singole o in un altro raggruppamento/consorzio ordinario/rete.
E’ possibile presentare domanda di sostegno anche per progetti interaziendali che prevedono un utilizzo dell’investimento anche da parte di altre aziende zootecniche che non si costituiscono nella forma collettiva, ma solo a condizione con tali aziende il richiedente abbia stipulato contratti per la cessione di effluenti zootecnici/ digestato/acque reflue ai sensi della Dgr n. 585/2020.
È ammissibile a finanziamento la spesa connessa alla realizzazione dei seguenti investimenti:
a) sistemi per la rimozione dell’azoto dai digestati e reflui (impianti aziendali e interaziendali, per il trattamento degli effluenti di cui alla disciplina regionale approvata con Dgr n. 585/2020, finalizzati alla riduzione del contenuto di azoto nei digestati liquidi e solidi o nei reflui zootecnici tal quali e riconducibili alle tipologie previste dalle linee guida tecnico-scientifiche approvate con delibera di Giunta regionale n. 546 del 12 novembre 2019 e aggiornate con decreto dirigenziale n. 270 del 6 settembre 2021): sistemi biologici; sistemi chimico-fisici; sistemi complessi, che prevedono la combinazione tra sistemi biologici e chimico-fisici; impianti e attrezzature per il compostaggio;
b) impianti di digestione anaerobica ed altri interventi necessari alla funzionalità degli impianti di rimozione dell’azoto: vasche di carico liquame, vasche di pretrattamento, vasche di fermentazione; gruppo di cogenerazione; altri interventi e strutture necessarie al funzionamento dell’impianto; impianti e attrezzature per la gestione igienico-sanitaria del digestato (sanificazione); trattamenti a valle per ulteriore depurazione del refluo e riuso delle acque (fitodepurazione, microalghe);
c) altri interventi finalizzati alla razionale gestione dei reflui e alla riduzione delle emissioni in atmosfera in un’ottica di economia circolare: impianti e attrezzature per la disinfezione in entrata e in uscita; impianti e attrezzature per il lavaggio e la sanificazione dei mezzi aziendali e negli impianti interaziendali, con relativa vasca di raccolta dei liquidi di lavaggio; separatori solido-liquido; contenitori di stoccaggio per effluenti liquidi/non palabili ed effluenti palabili, aggiuntivi rispetto alle norme obbligatorie, esterni ai ricoveri e dotati di sistemi finalizzati al contenimento delle emissioni e della diluizione e con le emissioni conformi ai parametri stabiliti alla Dgr n. 585/2020; impianti e attrezzature per la rimozione delle deiezioni dalla stalla e la gestione dei reflui; impianti e attrezzature per l’incremento della frequenza del rinnovo della lettiera e/o di rimozione mediante raschiatori meccanici; serbatoi e mezzi permanentemente attrezzati per il trasporto dei reflui zootecnici (es.: carri-botte) e/o spese per l’allestimento dei mezzi strettamente funzionale agli obiettivi del bando (es.: cassoni/serbatoi per trasporto reflui zootecnici); pavimentazioni che facilitano il deflusso, grigliate, anche rivestite in gomma; coperture di paddock esterni per ridurre la diluizione dei reflui; attrezzature per la distribuzione sotto superficiale dei liquami; investimenti immateriali finalizzati agli obiettivi della misura (acquisizione di programmi informatici e di brevetti/licenze per la migliore gestione dei parametri degli effluenti zootecnici e digestati);
d) spese generali, entro i massimali indicati nel bando.
Gli interventi di cui alle lettere b) e c) sono da considerarsi complementari ai sistemi per la rimozione dell’azoto dai digestati e reflui, pertanto saranno finanziati solo e soltanto se l’investimento prevede anche la realizzazione di uno degli interventi di cui alla lettera a).
I sistemi per la rimozione dell’azoto devono prevedere l’abbattimento del contenuto di azoto totale nei digestati liquidi o solidi o nei reflui tal quali ad un livello non inferiore al 40%, calcolato con riferimento alle matrici in entrata e alle matrici in uscita al sistema.
Gli impianti per la produzione di energia (biogas) eventualmente previsti nell’intervento devono rispettare i seguenti requisiti: avere una potenza non superiore a 999 kW; essere alimentati per almeno il 70% (in peso) da effluenti zootecnici e per il restante 30% da tutte le matrici che garantiscono l’ottenimento di digestato conforme alle prescrizioni della Dgr n. 585/2020 (art. 25, comma 1 e comma 3), da sole e/o in miscela tra loro; essere dimensionati per una capacità produttiva non superiore al consumo medio annuale dell’azienda singola o della sommatoria del fabbisogno energetico combinato di energia elettrica e termica delle aziende associate; almeno il 50% dell’energia termica totale prodotta dall’impianto deve essere recuperata ed utilizzata in azienda, in conformità a quanto disposto dal Reg. (Ue) n. 807/2014 (art. 13 comma 1 lett. d) ).
L’aiuto è concesso sotto forma di contributo in conto capitale sulla spesa ammissibile. La spesa massima ammissibile a contributo è fissata a 4 milioni di euro, sia per le aziende singole sia, cumulativamente, per le aziende associate. L’aliquota massima di sostegno è pari al 50% della spesa ammessa a finanziamento.
Il termine ultimo per la presentazione delle domande di sostegno sul portale Sian è fissato al 30 settembre 2022.
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Foto tratta da pixabay.com
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