PSR Campania comunica

Intervento [SRA18 – ACA18] Impegni per l’apicoltura

L’intervento [SRA18 – ACA18] Impegni per l’apicoltura del CSR Campania 23-27 concorre al conseguimento del seguente Obiettivo specifico (OS) della PAC 23-27:

– OS6 Contribuire ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità, migliorare i servizi eco-sistemici e preservare gli habitat e i paesaggi.

 

DOTAZIONE FINANZIARIA


€ 4.000.000,00 (di cui € 2.000.000,00 in quota FEASR)

 

AMBITO DI APPLICAZIONE TERRITORIALE


Tutto il territorio regionale

La Regione Campania attiva l’intervento per l’esistenza di estese aree particolarmente importanti dal punto di vista ambientale e naturalistico.

 

BENEFICIARI


– Apicoltori singoli e associati nella Banca dati nazionale (BDN) dell’Anagrafe apistica

Ai sensi della legge n. 313 del 24 dicembre 2004 l’apicoltura è definita attività agricola di tipo zootecnico.

 

AZIONI PREVISTE


Azione 1 – Apicoltura stanziale

Azione 2 – Apicoltura nomade

 

FINALITA’


L’intervento [SRA18 – ACA18] prevede un pagamento annuale espresso in €/anno/beneficiario (di tipo forfettario determinato in base al range nel numero di alveari messi ad impegno) a favore dei beneficiari che praticano l’attività apistica in aree particolarmente importanti dal punto di vista ambientale e naturalistico. Va precisato che l’intervento si rivolge ad allevatori che, pur svolgendo un ruolo fondamentale per la sopravvivenza degli eco-sistemi, non sono agganciati direttamente, tramite contratti di fitto o titolo di proprietà, ai terreni sui quali svolgono l’attività. Tali allevatori, in genere, non sono percettori di aiuto diretto.

Inoltre, l’intervento non è indirizzato al servizio di impollinazione per le aree ad agricoltura intensiva quali agrumeti e altri frutteti in genere per i quali i proprietari pagano il servizio.

Gli impegni riguardano le aree, individuate dalle Regione, ad agricoltura estensiva e di valore naturalistico, come ad esempio aree intermedie quali i sistemi agro-forestali, in quanto l’attività svolta dalle api, insieme a quella svolta dagli insetti pronubi, contribuisce al mantenimento di un’agricoltura estensiva e alla conservazione della flora spontanea ad alto valore naturalistico.

Numerose specie impollinatrici sono a rischio di estinzione, l’abbondanza delle popolazioni e lo stato di salute delle api e di moltissime altre specie sono sottoposti a rischi di varia natura. Il declino degli impollinatori è associato a una serie di fattori che spesso agiscono in sinergia tra loro: distruzione, degradazione e frammentazione degli habitat, inquinamento da agenti fisici e chimici, cambiamenti climatici e diffusione di specie aliene invasive, parassiti e patogeni. L’impollinazione è un servizio ecosistemico fondamentale per la sopravvivenza umana e la tutela dell’integrità e della diversità biologica degli ecosistemi terrestri.

L’intervento, mira sia a contrastare il declino degli impollinatori, sia a supportare pratiche di apicoltura volte alla tutela della biodiversità, mediante un sostegno economico, a copertura dei maggiori costi e minori guadagni, per l’attività effettuata nelle aree sopra descritte. Tali aree pur presentando diversità di specie floricole agrarie e naturali, risultano di minore valore nettarifero perché non interessate da forme di agricoltura intensiva (es. frutteti specializzati) e sono normalmente escluse dalla pratica del nomadismo apistico per via dei maggiori costi di trasporto e per le minori rese nettarifere. Tuttavia, in tali aree, l’apicoltura rappresenta un’attività molto importante per il mantenimento sia dell’agro-biodiversità sia per la conservazione della flora spontanea, grazie all’importante opera d’impollinazione realizzata dalle api, laddove l’equilibrio tra specie allevate e specie selvatiche (apoidei imenotteri), compresi gli impollinatori in senso generale (es. lepidotteri, coleotteri, ditteri, ortotteri, etc.), non pesi a svantaggio della popolazione degli impollinatori in termini di biodiversità.

Per tali motivi l’intervento prevede un numero massimo di alveari per postazione di modo tale da limitare eventuali effetti di competizione con i pronubi selvatici. Vi è comunque una stretta correlazione tra attività e territorio determinata dal raggio di azione, durante il bottinamento, delle api operaie. In ragione delle premesse fatte si deve considerare una superficie utilizzabile, da una famiglia di api, quella ricadente nel raggio teorico di 3 chilometri che, per effetto di barriere naturali o per ricchezza di pabulum, sono rideterminati in circa km 2,2. Questa è la distanza minima che deve esistere tra apiari appartenenti alla medesima azienda, e quindi con lo stesso codice allevamento, ammessi all’impegno dell’intervento. Benchè il raggio di azione sia così vasto, in realtà le api si spostano in uno spazio più limitato in ragione della ricchezza del pabulum e della necessità di risparmiare energia.

Alla luce di tali premesse, l’obiettivo dell’intervento consiste sia nell’incrementare il numero di apiari presenti nelle aree indicate, migliorando l’attività di impollinazione per azione integrata di insetti pronubi allevati e selvatici, sia nel promuovere l’allevamento stanziale degli apiari già presenti in tali aree, garantendo l’azione delle api anche per le fioriture di minore interesse mellifero, ma di forte e determinante importanza di carattere ambientale e coprendo periodi più lunghi di fioritura di interesse mellifero (che il nomadismo non è in grado di assicurare).

L’intervento pertanto si compone di due azioni tra loro alternative, vale a dire che lo stesso apiario non può essere impegnato su entrambe le azioni durante tutto il periodo di impegno: Azione 1 “Apicoltura stanziale” e Azione 2 “Apicoltura nomade”

L’accesso alle due azioni, da parte del beneficiario, è qualificata dalla tipologia di apiari registrati nella banca dati dell’anagrafe apistica. Le aree interessate dalle suddette azioni sono indicate nella carta apistica regionale per l’ACA 18, consultabile all’indirizzo web: http://agricoltura.regione.campania.it/api/pdf/AREE-SRA-18.pdf

I beneficiari si impegnano a mantenere per tutta la durata dell’impegno il numero di alveari dichiarati con la domanda di sostegno e ammissibili a premio. Il numero di alveari ammesso con la domanda di sostegno può ridursi nell’arco del periodo di impegno al massimo del 20%. La definizione della percentuale massima di riduzione degli alveari garantisce che, nel tempo, non venga ridotta l’efficacia della misura.

Il pagamento annuale sarà corrisposto solo per gli alveari effettivamente sotto impegno a seguito della riduzione.

L’intervento prevede un periodo di impegno di durata pari a 5 anni.

La singola annualità dell’impegno è riferita all’anno solare (01/01-31/12).

 

CUMULABILITA’ CON ALTRI INTERVENTI


L’intervento [SRA18 – ACA18] può essere implementato anche in combinazione con altri interventi. Al fine di migliorare le performance ambientali derivanti dall’intervento è consentito rafforzare gli impegni previsti dall’intervento con quelli di altri interventi agro-climatico-ambientali. La combinazione di più impegni consente, infatti. un’amplificazione dell’effetto ambientale in quanto aumentano i benefici ambientali di ogni singolo impegno assunto dal beneficiario.

 

CRITERI DI AMMISSIBILITA’


– Iscrizione del beneficiario alla Banca Dati Apistica Nazionale/Regionale alla data del 31/12 dell’anno precedente alla domanda di sostegno

– Censimento annuale del patrimonio apistico detenuto dal beneficiario, nei termini previsti dalla normativa vigente

– Adesione con un numero minimo di alveari pari ad 11

– Praticare l’attività apistica nelle aree individuate nella carta apistica regionale per l’ACA 18 come importanti dal punto di vista del mantenimento dell’agro-biodiversità e per la conservazione dellaflora spontanea, con esclusione delle aree agricole ad elevata intensità agricola

 

IMPEGNI PREVISTI


I beneficiari dovranno rispettare per tutta la durata dell’intervento gli impegni elencati nella scheda dell’intervento [SRA18 – ACA18] della versione in corso del CSR Campania.

 

ENTITA’ DEL SOSTEGNO


L’entità dei pagamenti è determinata, in ottemperanza a quanto disposto all’art. 82 Regolamento (UE) 2021/2115, sulla base dei minori ricavi e dei maggiori costi derivanti dal pascolamento di api in aree individuate dalla Regione come importanti dal punto di vista del mantenimento dell’agro-biodiversità e per la conservazione della flora spontanea, con esclusione delle aree agricole ad elevata intensità agricola.

I pagamenti sono concessi annualmente, in maniera forfettaria, in base alle classi di alveari effettivamente messe ad impegno dai beneficiari.

Gli importi dei pagamenti sono diversificati per azione e classi di alveari.

Per l’azione 1 “Apicoltura stanziale” sono previste nove classi di alveari: si va dall’importo minimo di 615,00 €/beneficiario/anno per la classe con ampiezza da 11 a 30 alveari all’importo massimo di 4.698,00 €/beneficiario/anno per la classe con ampiezza superiore ai 600 alveari.

Anche nel caso dell’azione 2 “Apicoltura nomade” sono previste nove classi di alveari: si va da un minimo di 717,50 €/beneficiario/anno per la classe con ampiezza da 11 a 30 alveari ad un massimo di 5.481 €/beneficiario/anno per la classe con ampiezza superiore ai 600 alveari.

 

 Per tutte le altre informazioni si rimanda alla scheda dell’intervento [SRA18 – ACA18] presente nel capitolo 9 “Interventi di sviluppo rurale programmati (schede intervento) del Csr Campania 23-27 – versione 1.0 (clicca QUI).

 


CSR CAMPANIA 23-27


Foto tratta da pixabay.com

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